Documentario della TV tedesca

Quest’estate la televisione tedesca “BR” ha realizzato un documentario sul sentiero della pace e ha cercato delle testimonianze della prima guerra mondiale. La troupe televisiva nel documentario voleva parlare anche di sport, e l’Azienda di Promozione Turistica di Levico Terme ha chiesto al Volo Libero Trentino di individuare una persona che conoscesse qualche storia del primo conflitto mondiale. Lo scopo era quello di ripercorrere il sentiero della pace in mountain bike e nel suo passaggio a Levico Terme l’atleta Peter Schlickenrieder, medaglia d’argento alle olimpiadi invernali Salt Lake City 2002 nello sci di fondo, ha intervistato il “nostro” pilota Ivano Bernardi, il quale ha raccontato la storia che ha riguardato la famiglia dei suoi avi.

Il video dell’intervista svoltasi presso il decollo al Maso al Vetriolo Vecchio è disponibile a questo indirizzo. Titolo del video “Der Friedensweg”

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INTERVISTA CON PETER SCHLICKENRIEDER DELL’ 8 SETTEMBRE 2014

Ti potrei raccontare un episodio che riguarda la famiglia dei miei avi, pensa che ben tre miei prozii (fratelli di mio nonno) originari di Casalino (piccolo paese che è una frazione di Pergine), erano stati arruolati nell’esercito austrungarico e sono stati mandati a combattere in Russia. Lì hanno vissuto per mesi in trincea, al freddo, patendo la fame, e combattendo persino all’arma bianca, dopo mesi di combattimenti sono stati catturati tutti e tre ed hanno affrontato una lunga prigionia, ovviamente ancora fame, freddo e malattie. Dei tre, mio zio Augusto anche se era un tipo di poche parole mi ha raccontato parecchi episodi, uno per tutti: lui con altri commilitoni era in una trincea su di una collina che dominava una radura, ai margini di questa pianura, sia a sinistra che a destra, vi erano due boschi. Era di mattina e vi era parecchia foschia; quando si è diradata, ha visto che da uno dei boschi stava uscendo una pattuglia di ussari austriaci e dall’altro una pattuglia di cavalieri russi; come si sono visti, si sono affrontai al galoppo prima con le lance e poi con le sciabole, nella foga del combattimento si mordevano perfino i cavalli. Tutto è durato pochi minuti, poi silenzio. Mi ha detto che si erano massacrati a vicenda tutti, ma proprio tutti. Alcuni giorni dopo nel corso di un combattimento questo zio è stato catturato dai russi e dopo qualche mese è stato trasferito a Mosca a lavorare in una fabbrica, e lì ha vissuto la rivoluzione del maggio del 1917; pensa che ha visto i rivoluzionari uccidere delle persone in strada solo perchè erano ben vestite od avevano le mani lisce, senza i calli e quindi considerati nobili. Poi l’hanno trasferito in Siberia, quindi portato a Vladivostok, l’hanno imbarcato e gli hanno fatto fare con una nave il giro della Cina. Dopo tutte queste peripezie è ritornato trovando una nuova Patria. Tornando agli altri due fratelli, nonostante tutto quello che avevano passato, hanno avuto una fortuna incredibile, perché anche loro sono riusciti a ritornare sani e salvi. Per contro, ecco la sfortuna del loro padre rimasto a casa, il mio bisnonno che era un contadino, (come allora lo era la maggior parte della popolazione trentina) aveva un podere che si trovava nella zona del “Doss della roda”, a nord di Pergine e vicino a quello che era il campo di aviazione militare austriaco del Cirè. Il giorno 24 maggio 1918 mentre stava lavorando in campagna, sono arrivati dei bombardieri italiani o britannici per bombardare questo aeroporto . Una bomba delle tante, per caso è caduta nel campo del bisnonno e una scheggia gli ha amputato una gamba; pensa che lo trasportarono all’Ospedale Militare di Trento su di un carro trainato dai buoi. Purtroppo vista la “velocità” del soccorso e la gravità della ferita non riuscirono a salvarlo. Nel frattempo dall’ aeroporto per inseguire i bombardieri erano decollati alcuni aerei austriaci della caccia e su uno di questi vi era l’aereo con a bordo l’asso dell’aviazione Josef Kiss. Nel corso del combattimento che ne seguì questo giovane mito austriaco fu abbattuto nei pressi di Lamon (paese vicino a Castel Tesino). Sai che mi hanno detto che la fidanzata si Pergine di questo aviatore portava ogni giorno dei fiori sulla tomba e questo fino alla metà degli anni ’60.[/popup]

 

Dietro le quinte

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